SQUALL!
Torno a ieri in serata: il vento tiene, prima della notte abbiamo ridotto la randa, ma abbiamo deciso di lasciare il gennaker fino alle 23, secondo turno. Al cambio di turno abbiamo ridotto, sostituendo il gennaker con il fiocco. Come sempre dopo il tramonto il vento aumenta di intensità.
Ore 18,30 UTC del 16.12: riduzione randa 15°39,88'N 49°26,14'W, rotta 275°, 673 miglia all’arrivo.
Il mio turno sarà dalle 2 alle 5, il peggiore di tutti, notte fonda e tempo di temporali … occorre vegliare e guardare la poppa.
Ore 21,15 UTC del 16.12: cambio rotta, a motore 15°41,40'N 49°35,03'W, rotta 263°, 664 miglia all’arrivo.

Lo squall è il temporale atlantico, si avvicina a poppa e lo vedi avanzare nella notte, nero e violento. Per affrontarlo in serenità tutte le sere la randa viene ridotta. L'intensità del temporale non è valutabile, lo vedi, saprai cosa è stato solo dopo.
Lo annuncia un attimo di calma di vento.
Tutto si ferma, quello è l'attimo!
Rolli il fiocco veloce, la randa è pronta, controlli che le ritenute del boma (quel tubo che porta la base della randa) siano bloccate.
Senti il freddo arrivare, è un attimo, poi di colpo, a muro, il vento rinforza 15, 20, 30, 40 nodi e diluvia.
Secchiate di acqua cadono dal cielo, il mare scroscia, la coperta si lava ed io in cerata, protetto dalla capottina (lo sprayhood), aspetto che l'incubo passi.
Troppo forte, 40 nodi sono troppi, Luar 040 vola …
Accendo il motore, mi aiuta a stabilizzare la barca …
Il vento rinforza e lo scroscio aumenta, non vuol finire, aumento i giri del motore, cazzo la randa al centro perché non porti, non voglio disturbare chi dorme.
Esce Roberto, esce Giovanni … boia, 45 nodi …
Luar 040 freme, ma dentro tutto è tranquillo.
Non una goccia di quell'incubo entra a bordo.
Aspettiamo.
Dopo un quarto d'ora comincia a spegnersi, piano piano …
il vento cala, la pioggia cala e tutto finisce.
Per un po' rimane il freddo, l'onda che si è alzata e la calma di vento.
Tempo mezz'ora e tutto torna normale … l'onda si allunga, 12 nodi di vento, il cielo di stelle.
L'Oceano torna alla sua dolce notte e al suo riposo.
Vado a fare un giro di controllo, appendo la cerata al suo posto a sgocciolare.
Feliciana non si è accorta di nulla.
Il suo respiro mi dice che dorme in pace.
Beata lei!
Domani le racconterò!
La stellata è la fantasia del creato.
Ma non bastano le stelle, i pianeti, lo splendore di Sirio.
L'universo sopra me è come immobile e lo scruto leggendo le stelle.
Ma qui la notte è notte e quello che a terra non si vede, qui, diventa vero ed esiste.
Così, ogni tanto, si vede un lampo di luce che solca rapido l'infinito e scompare.
Tante stelle cadenti tutte le notti solcano il cielo.
Questa notte ne ho vista una enorme.

Un globo di luce è comparso nel cielo ed è caduto dietro l'orizzonte seguito da una scia di luce.
Uno spettacolo incredibile.
Ad ogni stella esprimo un desiderio … ma sono talmente tante che sto esaurendo i desideri!
Il mio turno di guardia oggi è 2-5, il più duro. Mi sono alzato per caso ed ho trovato Giovanni che dormiva alla grande. Sempre con la sveglia puntata ogni 15 minuti.
E' suonato l'allarme dell'AIS ed è comparso alla nostra poppa Grace, catamarano delle isole Marshall, sta facendo il bordo verso sud, è lungo 18m e viaggia a 7 nodi.
E' partito con noi da Mindelo. Durante questa navigazione ho capito che i catamarani volanti che vanno più veloci dei monoscafi sono solo quelli da regata.
I cata da crociera sono chiodi pericolosi e non sono più veloci di noi. E non sono leggende, ma miglia percorse e tempi!
A 26 miglia è comparso un cargo diretto a Nord, ci avviciniamo alla terra, solo 650 miglia!
Poco più di 10 gradi W ci separano dalla meta, 600 miglia, ma siamo ancora a Nord ed il vento ci porta ancora più a Nord. Terremo questo bordo fino alla fine, poi calcoleremo l'ultimo bordo e ci lanceremo a sud verso la meta.
Feliciana vuole fare la guardia con me per imparare, sta diventando il mio secondo!
Ieri è stata in pozzetto per il cambio vele, ma non ha assistito quando la raffica ha esploso il bozzello che tiene la base del gennaker ed io l'ho rollato (senza cerata) sotto il temporale e con la falchetta (il bordo della coperta) in acqua!
Sul Luar 040 falchetta in acqua sotto gennaker assicuro che è un brivido caldo e per rollare occorre il fisico.
Poi sono andato con Roberto a prua a sistemare la vela. Per fortuna il faro di coperta è come le luci dello stadio e vediamo bene quando lavoriamo.
Sti accidenti di temporali, questa notte due volte ed ora sto vedendo il terzo che si avvicina.
Voglio raccontare, per voi che leggete - Francesco mi dice che cominciate ad essere molti … ne sono felice ed orgoglioso, e vi ringrazio – che cosa accade di notte in pozzetto, cioè laddove di giorno ci si svacca sulle panche.
Che cosa non si può fare:
non si può fare la pipì appoggiati al pulpito perché si rischia di finire a mare con la patta aperta (secondo le statistiche americane è l'80 % dei morti in mare di notte), la pipì si fa in bagno seduti;
non si può uscire dal pozzetto senza cinture assicurate alla linea vita (life-line) che corre da poppa a prua;
non si può andare in manovra senza avere chiamato un secondo uomo che aiuta e controlla;
non si dorme durante il turno, se non con la sveglia che suona ogni 15 minuti o anche di meno, a seconda della zona di navigazione, addormentarsi sotto le stelle è bellissimo, ma potrebbe essere pericoloso.
Che cosa si fa:
controlliamo la rotta, i pericoli in caso di incontri con altre barche, gli strumenti di navigazione … tipo il livello di carica delle batterie o la pressione dell'olio se si va a motore, vegliamo sulla serenità di chi dorme.
I turni ruotano 20-23, 23-2, 2-5, 5-8.
Di giorno non ci sono turni, a meno di mare grosso davvero.
Questa è la mia prima navigazione con equipaggio.
Prima ho sempre navigato in "solo" ed io ero l'equipaggio … dormivo poco, è vero, ma è la navigazione più entusiasmante.
Questa notte abbiamo tenuto una media da sballo, si vola! I target AIS sono scomparsi, nuovamente soli.
Feliciana tutta intabarrata scruta l'orizzonte nero preoccupata.
Accanto al nero stelle, stelle, stelle. Ho visto avatar volare …
Ore 9,00 UTC del 17.12: sotto gennaker, 15°55,41'N 50°57,48'W, rotta 280°, 587 miglia all’arrivo, velocità 7,0 nodi.
Questa notte abbiamo avuto tre temporali, ora l'onda è rotta, andiamo veloci sotto gennaker. Il cielo è terso, il sole ci scalda.
Il catamarano ci ha incrociato passando a 0,75 miglia dalla poppa dopo aver deviato la sua rotta.
Sembra impossibile che in mezzo a tanto mare ci si possa incontrare così vicini. Nel momento era di guardia Giovanni, ha avvistato le luci di via a circa tre miglia di distanza.
Stiamo ancora risalendo verso Nord, abbiamo perso il guadagno del lungo bordo a Sud che ci ha fatto perdere una notte di navigazione.
Continueremo così perchè il vento non girerà.
Se la notte prossima, come dice il bollettino, il vento mancherà, accenderemo il motore e punteremo Martinica.
Il vento è il nostro padrone.
Il positivo è che andiamo a vela e andiamo veloci. Ormai da giorni accendiamo il motore solo in manovra, per ragioni di sicurezza.
Ho steso i panni che questa notte ho infradiciato sotto il temporale.
Vita di bordo.
Avevo 18 anni quando ho acquistato, credo per una cifra folle, il catalogo generale delle Admirality Charts, le carte nautiche britanniche di tutto il mondo.
E' un libro di dimensioni 1mx1,2m, enorme; contiene a piccola scala tutto ciò che esiste della cartografia globale.
Lì tracciavo le rotte dei miei sogni, sul libro navigavo nei mari di Sandokan. (il soprannome che mi ha dato Silvia).
Da quando ho 18 anni studio, mi documento e sogno il grande viaggio.
Ma il punto non è questo, ve ne parlo perché Francesco mi dice che spesso scrivo Saint Martin invece che Martinica … e non capivo bene perché Saint Martin per me fosse la Martinica.
Oggi leggevo "destinazioni per navigare in tutto il mondo" di Jimmy Cornell, la bibbia di chi naviga.
Recita così: "Non è chiaro se il toponimo Martinica derivi dalla parola Madinina, che in caraibico significa ‘isola dei fiori’, oppure da Saint Martin, nome che le dette Cristoforo Colombo quando arrivò nell'isola nel 1493".
Probabilmente il nome di Saint Martin per questa isola è riportato sulle Admiralty Charts e questo nome io ho memorizzato. Quando sarò nuovamente a casa lo scoprirò! Comunque nei Caraibi esistono altre due Saint Martin … chissà …
Ore 11,45 UTC del 17.12: cambio di bordo 16°00,38'N 51°12,50'W, rotta 245°, 574 miglia all’arrivo.
Il pilota non vuole più funzionare … perde la bussola. Sono tutti spaventati all'idea di stare giorni al timone.
Poi, dopo vari tentativi falliti, mangiamo, con Roberto a timone, e dopo pranzo Giovanni prende il timone, mi tiene una rotta, mi metto allo strumento, mi ricordo cosa faceva il ragazzo della Raymarine a Mindelo: lo azzero, rifaccio il settaggio, riavvio con il fiato sospeso. Funziona!
Intanto arriva pure un temporale … ci insegue per un po', poi sembra andarsene lasciando un buco di vento e qualche goccia
Proseguiamo a motore in rotta, il mare non è troppo brutto, si può fare. Tentiamo di tornare a sud per riprendere il bordo buono. Giornata da dimenticare.
Ho pescato una grossa aguglia, almeno abbiamo il pesce fresco per cena.