SCOPPIATA LA DRIZZA DEL GENNAKER!
Abbiamo navigato a motore tutta la notte.
Ore 8.30 UTC: spento il motore, si va a gennaker 14°58,97’N 58°35,16’W, rotta 240°, 140 miglia all’arrivo, velocità 6,0 nodi

Alle 10 eravamo in quadrato, la carta sul tavolo a controllare le aree di navigazione che avevamo disponibili sulla nostra polizza. Un controllo di sicurezza.
Improvviso un colpo forte e Luar 040 vibra.
Volo in pozzetto per capire cosa è accaduto e non vedo più il gennaker.
Guardo fuori bordo ed era in acqua, trascinato accanto allo scafo.
E' scoppiata la drizza.

Ho 40 anni di navigazione e una cosa simile non l'ho mai sentita raccontare.
Nemmeno l'equipaggio a bordo lo ha mai sentito raccontare …
Chi sta in porto non rompe le drizze. Una cima Ø 12mm scoppiata, incredibile!

Abbiamo ritirato il gennaker nella doccia.
Ci sono ancora 130 miglia all'arrivo ed abbiamo ripreso il bordo con il genoa. Non mi devo arrabbiare.
Quando si hanno dei guasti in mare è sempre più difficile intervenire. Per questo avevo cercato di curare l'attrezzatura nei minimi dettagli. Non è stato sufficiente. L'Oceano è comunque duro, le attrezzature vengono messe sotto sforzo per lungo tempo.
Ad esempio, solo la regolazione della randa per tenerla bloccata aperta e navigare con il vento quasi in poppa è una procedura complessa.
Abbiamo la scotta che regola l'angolo della vela rispetto al vento.
La randa è inferita nell'albero con degli attacchi su dei carrelli, sale e scende per essere ammainata e issata, ed è anche inferita nel boma, il cui angolo viene regolato con la scotta di cui sopra.
Poi abbiamo un’apparecchiatura che impedisce alla randa di cambiare bruscamente posizione, passando da una mura all'altra. Un brusco passaggio potrebbe anche provocare la rottura dell'albero.
Poi abbiamo due ritenute, comandate dal pozzetto, una sopravento ed una sottovento, che bloccano il boma in modo che non possa cambiare di bordo.
Poi c'è il wang che sostiene e regola il boma nella sua altezza e lo blocca a sua volta.
Tutte le volte che cambiamo di bordo tutte queste manovre vanno liberate, si cambia bordo, poi vengono nuovamente messe a segno e bloccate.
Oltre a questo, per cambiare di bordo bisogna avvolgere il genoa sullo strallo, poi cambiato bordo, riaprirlo e metterlo a segno.
Tutte queste manovre sono sottoposte a sforzi continui ed è possibile che i punti deboli cedano.
Tutti a bordo subiscono la tensione dell'arrivo.
Navighiamo da oltre un mese ed abbiamo tutti voglia di andare a mangiare un pollo arrosto, piatto tipico di Martinica.
Dovrò fare l'elenco dei guai e sistemare tutto a Le Marin prima di ripartire. Due burrasche e tremila miglia e più hanno lasciato il segno.
Due puntastecca della randa se ne sono andati, la drizza del gennaker, un paio di bozzelli scoppiati dal carico, il pilota automatico da calibrare, probabilmente la bussola da spostare di posizione.
Niente di grave, solo che gli altri vanno a spasso ed io lavoro.
Per fortuna avrò qualche giorno per organizzarmi.
Questa mattina, sul presto, un grosso pesce ha strappato il filo.
Ieri un bel tonno pinne gialle si è slamato sotto la poppa. Anche la pesca fa tribolare … in compenso c'è sole, caldo, una bella giornata, il vento ci accompagna e la meta è vicina.
Ore 13,30 UTC: drizza del gennaker rotta, a vela 14°40,26’N 58°59,33’W, rotta 236°, 115 miglia all’arrivo.