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NAVIGAZIONE SUL RIO DIABLO


Un nome un programma … oppure: dove si impara che tutto è relativo!

Il tender di Luar 040 è enorme e talvolta ingombrante. Questa volta è stato molto utile e sicuro.

La guida Kuna (non si possono risalire i fiumi senza guida) conosce secche e rami semisommersi a memoria. Nonostante questo la navigazione ha dovuto essere molto attenta.

L'acqua del fiume è limpidissima ma non si vede il fondo se non nelle zone di corrente veloce, dove il limo non si deposita e il letto è sabbioso.

Molti pesci e molti muggini, apparentemente fratelli dei muggini del Mediterraneo.

Cercavamo il coccodrillo.

Ai margini del fiume la foresta vergine panamense.

Negli anni '80 hanno organizzato varie spedizioni per tracciare una strada attraverso questa foresta che permettesse il passaggio di una strada carrozzabile dalla Colombia verso nord. Le spedizioni sono costate troppe vite umane ed hanno deciso di arrendersi.

Ha vinto la foresta.

Le sponde del fiume conservano antiche tracce della presenza dei Kuna che hanno preferito abbandonare la terra ferma e trasferirsi sulle isole, più salubri, meno contaminate da mosquitos.

Rimangono orti e coltivazioni, le fattorie.

Piccole aree nella foresta.

Nelle fattorie anche i cimiteri di famiglia, con le croci ed i fiori di plastica sulle tombe.

La vegetazione è quanto di più fastoso ci si possa immaginare.

Banani, cocchi altissimi, enormi alberi di mango, bambù alti fino al cielo, verde, verde, sempre fittissimo verde.

Meraviglioso.

Ma del coccodrillo nessuna traccia.

Abbiamo risalito il fiume qualche miglio, poi la guida ci ha fatto attraccare e, abbandonato il gommone, abbiamo imboccato il sentiero dell'acqua …

I Kuna hanno costruito un sentiero aprendo un grande varco nella foresta e nel centro del sentiero corre un tubo che porta l'acqua pulita dalle montagne al villaggio. Un'opera importante.

Purtroppo il tubo presenta molti buchi e l'acqua in parte si perde.

Chi passa e vede un buco nei tratti dove il tubo è visibile lo tappa come può.

Abbiamo camminato nella foresta seguendo la guida, la foresta è davvero impenetrabile.

Nel fiume abbiamo visto molti trampolieri di varie specie e coloratissimi uccellini, nella foresta molte aquile.

Le formiche utilizzano il sentiero per le loro autostrade e infaticabili trasportano merci al nido.

Speravamo di vedere il tapiro, le scimmie, qualche animale selvaggio, ma nulla.

Solo una fantastica vegetazione.

Comunque valeva la pena camminare in quel mondo vegetale, lussureggiante, animato da insoliti rumori, canti e versi, che tradivano la presenza di ospiti invisibili.

Dopo una ora di cammino abbiamo deciso di tornare verso il fiume, ovviamente rimanendo sul sentiero.

Dai fori nel tubo l'acqua fuoriesce e si creano pozze fangose dove rimangono impresse le impronte di chi passa.

Guardavo a terra nelle pozze ed ho visto, ben impresse nel fango, le impronte di un grosso gatto.

Impronte profonde ed enormi che denunciavano il passaggio di un grosso animale.

La guida osserva attenta e ride.

"Strano … un giaguaro qui … di solito stanno sulle montagne."

Le impronte sono fresche, camminava dietro di noi!

Ma nessun problema, la guida era armata del suo magico bastone scolpito, che lo protegge da ogni pericolo!

Noi avevamo il machete, ma credo sarebbe servito a poco.

La guida dice che si va armati solo verso le montagne, fucile in avanti e colpo in canna.

Cacciano maiali selvatici, tapiri e tutto quello che capita a tiro.

Arrivati al fiume abbiamo trovato molte piroghe, bambini che facevano il bagno, uomini che caricavano acqua, donne che lavavano, in quel punto il letto del fiume è sabbioso e tutti erano lì.

Noi, i grandi esploratori, ci siamo sentiti un po' ridicoli!

E il coccodrillo?

Siamo tornati a bordo con il ricordo della vita primordiale, di una foresta incontaminata ed il dubbio di essere stati seguiti dal giaguaro (la parola dubbio è un eufemismo-scaccia-fifa).

Valeva la pena!

Peccato il brutto episodio del furto che ci ha rovinato la bellezza del luogo.

Eh sì, perchè ieri sera, mentre eravamo in visita a Nargana, sono entrati dei ragazzi in barca e hanno rubato il nostro ipad. La barca era chiusa. Erano aperti solo i due oblò a soffitto delle cabine di poppa. Incredibile che siano riusciti ad infilarsi da lì.

Per la notte ci siamo spostati di due miglia per andare via dalle vicinanze di quel villaggio rumoroso ed ostile. Abbiamo dormito "nascosti" dietro un isolotto microscopico, circondati dalle mangrovie, in una pace assoluta.


GIORNALE DI BORDO

Ciao a tutte e a tutti,

​Giornale di Bordo  è la pagina del sito per chi non può vivere le gioie che il mare sa dare … e per chi ha voglia di vivere la libertà di navigare con noi

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