L’INVASORE
Quando arriva l’invasore armato e vuole la tua terra ed i tuoi figli ... rispondi con le armi.
Tutto è molto semplice. Vince il più forte.
I Kuna hanno vinto tutte le guerre.
Le loro armi erano la foresta e la loro capacità di convivere con lei.


Gli invasori dovevano combattere una guerriglia occulta, fatta di nemici invisibili, malattie, animali … e perdevano.
Negli anno ‘90 diverse squadre di esploratori hanno cercato di tracciare una strada attraverso la foresta.


Il record di morti li ha indotti a desistere e la strada non c’è.
Oggi un invasore subdolo, che non è possibile combattere con le armi, è arrivato e sta distruggendo i Kuna: il denaro.


Ritorno a Orosidup: Nel villaggio abbiamo incontrato solo donne in abito tradizionale e bambini. Gli uomini erano al lavoro o a pesca o in campagna.
Le donne cuciono le molas e badano alle faccende domestiche.

Oltre ad essere loro a prendere le decisioni importanti e a maneggiare il denaro.
Denaro che nelle comunità tradizionali è quasi inesistente.
Nelle isole non c’è nulla da comprare. Ciò che serve per vivere lo danno il mare e la terra. Gli acquisti si limitano ai poverissimi scampoli che servono a fabbricare le molas, qualche costume e maglietta, povere suppellettili per la casa.
Dormono sulle amache, sta comparendo qualche rete con materasso.

Quando abbiamo accostato l’isola loro ci hanno chiamati.
Gettata l’ancora è arrivato un uomo, non si capiva se il Saila o il Vicesaila, a chiedere 8 dollari per l’ancoraggio.
Molte isole lo fanno, il denaro va alla comunità. Avevamo solo un pezzo da 20, abbiamo comprato una conchiglia da 3 dollari, il resto era di 9 dollari.
Ha detto che ce lo avrebbe corrisposto a terra.
Poi il diluvio ci ha tenuti in barca fino al pomeriggio.
Quando siamo sbarcati lui era al lavoro.
È arrivato a bordo la sera chiedendo se avevamo bisogno di qualcosa, ha promesso ananas e aragosta per la mattina, evidentemente in cambio dei 9 dollari.
È comparso la mattina con pinne e maschera chiedendo di poter lavorare a pulire lo scafo, per 5 dollari!
Quasi in lacrime.
La moglie aveva sequestrato i 9 dollari e gli aveva detto di lavorare!
L’aragosta non l’aveva trovata, da sola sarebbe potuta valere i 9 dollari.
Pregava di poter lavorare a pulire la barca e diceva che lui non era un “ladron” cioè che non voleva derubarci dei 9 dollari.
Non è prudenza pulire la barca con l’antivegetativa che lascia un nero, magari tossico, ma non gli abbiamo chiesto i 9 dollari.
Se ne è andato quasi piangendo.
Il denaro lo ha umiliato profondamente.
Questo non lo avrei proprio voluto.
E a questo punto rileggetevi di Narganà (unica isola con generatore elettrico 24 su 24 ore, acquedotto, banca, galera e delinquenti, la modernità avanza!).
In queste comunità tradizionali sta comparendo il denaro.

L’esigenza di mandare i bambini a scuola con i conseguenti costi è la principale ragione di questo bisogno.
Oggi tutti vogliono mandare i bambini a studiare a Panama, occorre il denaro e non si sa dove trovarlo.
Una piccola mola per turisti costa 5 dollari, una mola spettacolare 100 dollari, una aragosta 5/10 dollari, il pesce da 3 a 10 dollari, altro non hanno da offrire.

Poi occorrono i clienti!
E qui gli unici loro clienti sono i velieri che il congresso vuole cacciare.
In compenso, un pomodoro in negozio (la tienda) costa 1 dollaro!
Le capanne sono costruite con delle canne piantate nel terreno e legate fra loro con spago di liane, appoggiate sul terreno. Il tetto è costruito con canne e foglie. Il pavimento di casa è sabbia.
Fortunatamente la sabbia drena bene e così le piogge, forse, non entrano in casa.
Incontriamo anche le isole “in evoluzione”.
A Cartì esiste il distributore di benzina e gasolio per le lance e le barche. La benzina arriva nei fusti e viene travasata nei serbatoi con tubi di plastica.
Esistono parecchi negozi con frutta, verdura, generi vari.
L’incredibile è che qui incontriamo alcuni prodotti Nestlè, Ferrero, Kellogs e molte multinazionali del cibo e dei detersivi.
Plastica e ferro a gogò.


Una cosa incredibile pensare quanto siano violente queste industrie, capaci di arrivare ovunque (anche in Africa Centrale, nei luoghi più lontani, ho incontrato Garnier e i suoi balsami e Nestlè con il suo latte in polvere velenoso).
A Cartì vendono le sim per i cellulari senza chiedere i documenti, le sigarette, il rum e la birra.
Compaiono le prime case in cemento, orrende e tristissime.
